Vietata la veranda in alluminio se lede il decoro del palazzo
Trasformare il balcone in veranda alterando il disegno e l'estetica del palazzo può costare il risarcimento del danno a favore degli altri condomini.
La trasformazione del balcone in veranda con vetri e alluminio è quasi sempre vietata perché provoca una lesione del decoro architettonico del palazzo, pregiudicandone l'estetica e il valore economico complessivo, in danno dunque dell'intero condominio. È quanto affermato dalla Cassazione [1] in applicazione del codice civile [2] che vieta le innovazioni che possono alterare il decoro architettonico dell'edificio condominiale.
Secondo la giurisprudenza, per decoro architettonico si intende l'estetica data dall'insieme delle linee e delle strutture che connotano il fabbricato stesso e gli imprimono una determinata fisionomia armonica.
L'alterazione del decoro comporta un danno economico in termini di deprezzamento delle parti comuni (per esempio facciata dell'edificio) e pertanto l'innovazione lesiva può essere contestata dagli altri condomini per ottenere il risarcimento del danno.
In genere, per la contestazione occorre dimostrare perché e come i lavori del vicino ledono il decoro architettonico. Ci sono tuttavia alcuni casi in cui la lesione è facilmente presumibile, cioè e così palese ed evidente che non servono prove a carico dei condomini. In altri termini, è noto, senza necessità di ulteriori dimostrazioni (cosiddetto fatto notorio), che una struttura creata con materiali scadenti, non rifinita e non adeguata al contesto della facciata, compromette l'estetica dell'intero palazzo. È proprio il caso di una veranda con struttura in alluminio che contrasta con il disegno, i colori e i materiali dell'intero edificio. In ipotesi come questa, ricade su chi ha effettuato l'innovazione fornire la prova contraria e cioè dimostrare che in realtà non vi sia stata alcuna alterazione del decoro dell'edificio.